Ci sarà sempre una storia da raccontare e una da leggere
La condivisione delle storie diventa uno strumento formativo e si pone alla base della costruzione di valori e obiettivi condivisi. Il dialogo che si viene a creare permette quell’intreccio di relazioni che è alla base del cambiamento collettivo. Senza narrazione risulta impensabile dare senso agli eventi e alla realtà. Le memorie qui raccontate sono il frutto di interviste rilasciate dai cittadini su base volontaria. Chiunque abbia voglia di raccontare la storia di una persona amata e far così confluire la sua memoria in quella collettiva è qui il benvenuto.
Le storie si raccontano, ma serve qualcuno ad ascoltarle.
Abbiamo il dovere di raccogliere la storia di chi, ognuno a modo suo, ha lasciato un segno nella collettività. Ogni storia ha un grande valore e merita di essere raccontata con qualità, cura e rispetto.
Pertanto, per gli aspiranti intervistatori sarà organizzato periodicamente un corso di formazione dedicato le cui basi saranno preparate dal Prof. Paolo Barcella, docente di Storia del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere dell’Università di Bergamo.
Sono previsti vari incontri volti alla formazione degli intervistatori. Dopo una prima presentazione del progetto, si discuterà su come prepararsi all’ascolto e come instaurare un rapporto di fiducia con l’intervistato. Ci si concentrerà poi su come fare del racconto una testimonianza e quali sono gli oggetti che potrebbero essere significativi a tale scopo.
La ricostruzione della memoria da parte del narratore acquista il valore di una catarsi.
Dal monumento di carta al documento di vita
Lo scopo dell’intervista è ricostruire la storia di una vita. E’ una memoria a 360 gradi partendo dalle tracce che la persona ha lasciato: scritti, fotografie, filmati, audio, quaderni, oggetti vari, messi in ordine di tempo (dall’infanzia alla scomparsa) e per ambiti di vita (scuola, amori, famiglia, lavoro, socialità).